Sismografie del tempo. Conversazione con Roberto Paci Dalò

Author: Enrico Pitozzi

Year: 2009

Sismografie del tempo. Conversazione con Roberto Paci Dalò

Enrico Pitozzi
Digicult
2 Ottobre 2009

Tra le figure di punta della sperimentazione contemporanea, Roberto Paci Dalò è regista, artista multimediale e compositore/performer. Direttore e fondatore della formazione Giardini Pensili. La sua ricerca si sviluppa all’interno di un’area che va dalla realizzazione di interventi radiofonici a installazioni di carattere sonoro; dalla realizzazione di opere teatrali alla costruzione di palcoscenici virtuali come per il progetto Itaca commissionato dal Teatro di Roma diretto da Mario Martone (1999-2000), passando per la realizzazione di film che, come nel caso di Petròleo México (2004) sono stati presentati nella cornice del Festival internazionale del cinema di Locarno.

Interessato alle diverse contaminazioni di linguaggi, Paci Dalò ha posto al centro della propria attenzione artistica l’intersezione tra territori disciplinari diversi che vanno dall’organizzazione di sistemi di telecomunicazione applicati ai processi artistici a una ridefinizione semantico-drammaturgica delle nuove tecnologie applicate alla scena.

Diverse sue opere sono diventate pezzi radiofonici, installazioni interattive suono/video e progetti on-line. Nel 1993 è vincitore del Premio Berliner Künstlerprogramm des DAAD. Pioniere nell’utilizzo dell’Internet e dell’integrazione tra tecnologie analogiche e digitali, ha realizzato e presentato proprie opere, commissionate da enti radiotelevisivi, musei, festival in particolare in Italia, Austria, Germania e Canada. Ha vissuto a Roma, Berlino e Napoli con lunghe residenze a Vancouver. Paci Dalò ha creato progetti on-line nei quali grande importanza acquista lo sviluppo di una interattività distribuita.

Da un punto di vista delle categorie estetiche, il lavoro di Paci Dalò è segnato da un’incursione in territori che hanno a che fare con la messa in discussione della percezione visiva e uditiva, lavorando sulla soglia di processi subliminali che trovano diretto riscontro nell’organizzazione di architetture visive e sonore che tendono a immergere lo spettatore nell’opera. Si tratta – in altri termini – di un lavoro che si sviluppa in una dimensione compositiva organica, in cui la componente subliminale della comunicazione artistica dà consistenza alle opere e investe, come una corrente sotterranea, la percezione dello spettatore. Questa dimensione si manifesta nelle pieghe del suono e dell’immagine che Dalò disegna come un una costellazione di senso, lasciando emergere una tensione tra una dimensione evidente e tangibile – la dimensione della scena visibile – e una intangibile e sotterranea che la rende possibile.

Paci Dalò ha, inoltre, insegnato all’Università di Siena e collabora con diverse università tra Europa e Canada. È membro della Internationale Heiner Müller Gesellschaft di Berlino e direttore artistico di Velvet Factory – space for the arts (Rimini). Tra le opere recenti ricordiamo Italia anno zero (2004), creato con Olga Neuwirth (Wien Modern, MaerzMusik Berlin e altri), Kol Beck Living Strings (WDR Colonia). Ha creato nel 2004 l’etichetta L’Arte dell’Ascolto. Tra le sue ultime produzioni ricordiamo Animalie (2002), un commentario scenico a L’aperto di Giorgio Agamben, Stelle della sera (2005) realizzato a partire dai testi di Gabriele Frasca, Organo Magico Organo Laico (2006) realizzato per il REC – Festival di Reggio Emilia, Cenere (2006) presso il Teatro di Monfalcone, L’assedio delle ceneri (2008) per il Napoli Teatro Festival, Roter Schnee (2009) live set / performance a Uovo Festival – O’ Milano, Atlas of Emotion Stream (2009) installazione suono-video commissionata dal PAN Palazzo delle Arti di Napoli e ispirata al libro Atlante delle emozioni di Giuliana Bruno.

Nell’ottica del recente ingresso di Roberto Paci Dalò nell’agenzia di arti multimediali Digimade (con due titoli, la versione dal video di Roter Schnee e il recentissimo Magnetica), questa intervista vuole essere una presentazione e una riflessione sul lavoro di uno dei più interessanti “compositori” audiovisivi contemporanei. Che poi un’intervista quasi non è più, simile soprattutto a un confronto costante e profondo tra intervistatore e intervistato, domanda dopo risposta, a un flusso di coscienza intellettiva che tocca tantissimi punti della vasta produzione di Roberto Paci Dalò. Che dalla conversazione emerge in tutta la sua profondità e preparazione, sia artistica che culturale…