Ombre: un museo raccontato dai disegni di Roberto Paci Dalò

Tommaso Bovo
frizzifrizzi
7 Luglio 2020

Le guide dei musei sono strumenti per descrivere in modo ordinato le opere: rispettano quindi la logica temporale, sono coerenti con il susseguirsi delle cose esposte, utilizzano un indice rigoroso per permettere al lettore-spettatore di capire in ogni momento dove ritrovare l’informazione cercata.
Roberto Paci Dalò (disegnatore, artista visivo, compositore, musicista, regista, autore, direttore di Usmaradio) è prima di tutto uno sperimentatore di linguaggi, e quando si è trovato a descrivere la Galleria Nazionale dell’Umbria, ha deciso di raccontarla a modo suo: prendendo un taccuino e cominciando a disegnare la storia del museo con inchiostro, matita e acquerello. Non ha realizzato un libro-guida, lineare, didascalico, educativo, ma ha preferito sviluppare un racconto personale, un flusso di coscienza, un viaggio interiore fatto di storie diverse tra loro, intrecci, riflessioni, ricordi, citazioni, luoghi, persone. Sparisce così l’indice, anzi spariscono anche i numeri nelle pagine, perché non c’è un ordine prestabilito, sostituito invece da una moltitudine di sensazioni, stati d’animo, emozioni, ricordi, visioni.
L’autore si trova così a parlare a volte di un dettaglio pittorico, a volte di un frammento di vita del museo, a volte di un personaggio storico. Cita ad esempio Daniel Arasse, e non sembra un caso, anche perché Arasse è lo storico dell’arte che tra i primi ha criticato un certo modo di raccontare i manufatti artistici in modo retorico, enfatico, spesso incomprensibile, tipico di molte guide o didascalie museali.
Nel suo “viaggio” tra le opere l’autore incontra anche Aldo Capitini, filosofo, poeta, politico pacifista e antifascista, nato e vissuto in alcune delle stanze ora diventate sede del museo perugino.
Questo libro fa certamente parte di una politica più generale di continua rivitalizzazione attuata in questi anni dalla Galleria Nazionale dell’Umbria, con l’organizzazione di eventi, concerti sperimentali e iniziative. Questa pubblicazione sembra essere un manifesto per rivedere molte delle dinamiche stanche che spesso frenano il sistema museale in Italia.
Il museo finalmente non è raccontato come un luogo statico, un archivio del ricordo: al contrario è un spazio in cui si aggirano “ombre in movimento”, nel quale ogni visitatore è visto allo stesso tempo come osservatore e autore delle opere.