Rita Rocchetti
Nuovo quotidiano di Rimini
21 Ottobre 2011
Gnassì: “Da qui in poi il teatro riapre, prima di essere inaugurato Sarebbe bello lasciarlo aperto, magari solo il foyer. Valuteremo”
Il 31 tra i ruderi del Teatro va in scena ‘De Bello Gallico – Enklave Rimini’
RIMINI – L’invito è rivolto a tutti i riminesi a riprendersi il loro teatro, la loro identità, la loro storia. Per una sera almeno e per uno spettacolo-evento irripetibile (il 31 ottobre) che riporterà in superficie, davanti agli occhi e nelle orecchie, la memoria del passato, della guerra, delle bombe, di quella incredibile e sconosciuta pagina di storia che fu l’enclave riminese, singolare filo conduttore di De Bello Gallico – Enklave Rimini, un progetto appositamente concepito da Roberto Paci Dalò con la compagnia Giardini Pensili per il Teatro Galli e per tutta la città. E se il teatro, dopo decenni di isolamento, è oggi solo un cantiere? Molto bene, è da qui che si riparte. “Da qui in poi il teatro riapre -‘ ha detto ieri il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi – e lo fa prima di essere inaugurato, con un progetto di teatro temporaneo che non rispetta i cliché”. Il sindaco non scarta neppure l’idea di tenere aperto il Galli anche dopo, “magari solo lo spazio del foyer”, ma il condizionale è d’obbligo, si sta valutando. Di certo il passo è cambiato. “E’un altro paletto – ha spiegato Gnassi – che definisce la nuova direzione di marcia: dai motori immobiliari a quelli culturali. Con FabbricaArte Rimini in 4 mesi abbiamo rimesso in discussione gli spazi della città, ora si aggiunge un altro tassello importante”.
Furono i bombardamenti del ’44 a distruggere il teatro Galli e da allora divenne un rudere (riadattato a palestra negli anni ’60), una cicatrice per la città, che dovrà aspettare ancora anni prima di tornare a vedere il suo teatro. Ma ora quel pavimento sventrato da cui sono riemersi secoli di storia (cisterne romane, mura medievali, interventi della ricostruzione) diventerà il palcoscenico per una trasfigurata opera barocca fatta di cembalo, voce e musica elettronica che si diffonderà in uno spazio ripopolato di soldati, bagliori, echi di guerra, quelli che ci arrivano dagli ultimi giorni vissuti nell’enclave riminese, il campo di prigionia controllato dall’esercito inglese, dove tra il ‘45 e il ‘47 si raccolsero 300mila prigionieri tedeschi della Wermacht.
“Il teatro è oggi nelle stesse condizioni del ‘44 – ha detto l’assessore alla Cultura Massimo Pulini – e da troppo tempo è occultato al pubblico. Abbiamo pensato che fosse giunto il momento di restituirlo alla sua gente facendolo diventare protagonista”.
Lunedì 31 ottobre, repliche ore 20, 21.30, 23. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria: tel. 0541704704.