Enrico Bettinello
il giornale della musica
1 Maggio2013
Gli ebrei di Shanghai
Il compositore e performer Roberto Paci Dalò racconta i suoni di una storia cinese
Per quanto possa suonare strano, a svelare al pubblico di Shanghai alcuni aspetti della vita della città negli anni Quaranta, è un artista italiano. Invitato dal direttore di SH Contemporary Shanghai Contemporary Art Faii; Massimo Torrigiani, il compositore Roberto Paci Dalò ha infatti ideato Ye Shanghai, performance musicale e visuale che incrocia differenti traiettorie, quella cinese, quella dell’occupazione giapponese delle città e anche quella ebraica, come ci spiega lo stesso musicista. «Ho effettuato un primo viaggio a Shanghai nel maggio del 2012» dice Paci Dalò «e ho scoperto la poco conosciuta storia del Ghetto, un’area di circa un miglio quadrato nel distretto di Hongkou della Shanghai occupata dal Giappone popolata da qualcosa come 23.000 ebrei fuggiti da Germania e Austria dopo la Kristallnacht».
Come hai lavorato alla parte musicale dell’installazione?
«Ye Shanghai è presentato in un triplice formato: performance musica-film, installazione e film. Musicalmente alla base di tutto c’è la canzone omonima interpretata da è Zhou Xuan e uscita nel 1937. È una canzone straordinaria sia dal punto di vista musicale che testuale e non a caso diventò un hit e resta tuttora nel cuore di generazioni di cinesi. La performance nasce come solo (io in scena con clarinetto basso, sampler e live electronics), ma sto attualmente lavorando alla scrittura di una partitura per ensemble».
Il lavoro è stato presentato alla Power Station of Art Museum e in un grande parco per l’inaugurazione del festival Art Shanghai 2013. A Venezia, durante i giorni dell’opening della Biennale Arte a fine maggio, sarà presentata nella sua versione installazione presso la Fondazione Querini Stampalia all’interno del- l’auditorium progettato da Mario Botta e uscirà presto il vinile con la registrazione fatta dal vivo presso la ORI; la radio nazionale austriaca.