“Il progetto di Smalville#1 è legato alla mia ossessione infantile per le cose microscopiche, la stessa ossessione che durante la carriera mi ha portato realizzare opere su scala piccolissima”, sostiene Roberto Paci Dalò, che di lì a poco tempo realizzerà anche una Smalville#2.

Smalville#1 è popolato da molti personaggi dall’aspetto scuro, che l’autore ha dipinto in modo tale da far sembrare di metallo. Questi omini sono “congelati in relazioni, in incontri o in dialoghi”, come in un film muto. Spiega l’autore :“Un cinema in miniatura raggelato e fatto di protagonisti alti poco più di mezzo centimetro: una sorta di micro Pompei contemporanea dove i personaggi sono tramutati in metallo”. L’installazione viene ospitata presso Palazzo Poggi, museo universitario dedicato “alle arti e alle tecniche”. Il museo conserva alcuni oggetti usati di Luigi Galvani, tra i quali si mimetizza proprio la teca di Smalville#1 .

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Bologna e Arte Fiera Art First e  si sviluppa attraverso installazioni site-specific di artisti che lavorano con le gallerie presenti in Fiera.

Fa da contraltare all’installazione Smalville#1, la performance dell’artista Microcosmo di natura.

Anch’essa ambientata nel museo di Palazzo Poggi, nella sala dedicata a Ulisse Aldrovandi. La performance dell’artista è dedicata al celebre studioso bolognese del XVII. Questi, considerato il fondatore della storia naturale moderna collezionò, schedò e categorizzò per la sua “Wunderkammer” (“Camera delle Meraviglie”) oltre  “18.000 diversità di cose naturali”, tra le quali vari oggetti e specie viventi del Nuovo Mondo.

Per la performance, Roberto Paci Dalò realizza un dispositivo luce / suono per mettere in risalto alcuni oggetti della sala Aldovrandi, da questi definita come “microcosmo di natura”.
Roberto Paci Dalò crea una narrazione che, attraverso tecnologie digitali, da’ visibilità (e voce) ad alle teche. La performance ha una durata di 10 minuti e viene ripetuta in loop nell’arco della Notte bianca all’interno di Artefiera.
Lo scopo della performance Microcosmo di natura è anche quello di voler riflettere sulla straordinarietà degli archivi e dei musei – di qualsiasi tipologia e dimensione – in quanto generatori di ispirazione per l’arte contemporanea. In archivi e musei, è possibile più che altrove la pratica artistica del found objects o objets trouvés. È così che collezioni e luoghi talvolta “dimenticati” possono anche trovare nuova vita in una pratica fondamentale dell’arte di oggi quale è quella del remix.